Più il tempo passa e più aumenta la certezza che Valeria fosse una creatura che appartenesse più al mondo spirituale che a quello fisico. Inviata dal Divino per portare su questa terra il suo messaggio che tutto è amore e che conta solo l’amore. Ha attraversato la sua esistenza terrena e l’ultima parte della vita adulta tormentata da un tumore spietato, con una grazia, una forza, una gioia che all’occhio umano parevano incredibili, paradossali quasi un ossimoro. Valeria suscitava in chi la incontrava un sentimento di purezza, uno sguardo trascendente, che potevano anche lasciare un vago senso di disagio - come spesso accade quando ci si trova di fonte a qualcosa di grande e straordinario che sfugge a una piena comprensione.
La ricordo una bambina gioiosa e serena (più taciturna rispetto a me e Silvia), una ragazza sorridente, dolce, non toccata da questioni mondane e turbamenti sentimentali tipici dell’età adolescenziale, ma non per questo distante, anzi. La vedo attenta, affettuosa, che partecipava con gusto ai giochi e agli scherzi dei cugini, che bonariamente e in continuazione prendevamo in giro noi tre cugine senza possibilità di appello.
Il centro della sua vita era ed è sempre stata la preghiera; la ricordo ovunque con la bibbia (nella borsa, nello zaino, sul comodino), la preghiera era parte integrante della sua vita quotidiana. La sua fede incrollabile trapelava dal suo modo di vivere, dal suo stare al mondo. Eppure, il suo essere spirituale, direi mistico nella sua ultima fase di vita, non l’ha mai resa né distratta né indifferente nei confronti della vita, che amava profondamente. La ricordo appassionata di sci (una delle sciatrici migliori che abbia conosciuto), di nuoto, di musica, di viaggi, e amante della buona cucina. In famiglia era considerata “il genio della matematica”, scienza per molti di noi oscura e criptica in cui lei navigava divertendosi. Tutti in famiglia siamo molto orgogliosi della sua laurea in matematica pura con lode e dignità di stampa.
Con il tempo ho imparato ad ammirare in lei giovane donna uno stile sobrio e un’eleganza naturale, che rilevavano una personalità forte ed equilibrata.
Gli eventi della vita ci hanno allontanato tra i 20 e i 30 anni, l’ho ritrovata sposa, mamma e …malata di tumore. La vita ha fatto sì che grazie al mio lavoro, abbia potuto e voluto accompagnarla nei tanti anni della malattia, durissima, a tratti atroce. E’ stata una guerriera senza pari, coraggiosa, instancabile, fiera, non l’ho mai, MAI, sentita lamentarsi. Ho perso i conti degli interventi, i cicli di chemio, di radio, gli specialisti consultati, le cure tentate. Aveva qualcosa di eroico, lottava per Federico, Anna ed Elena e i suoi familiari con tutta se stessa, con una tenacia e una forza sovrumane, ma più del “cosa” viveva era il “come” lo attraversava che mi colpiva profondamente. Soffriva in silenzio, offriva tutto a Dio, a quel Dio che le stava togliendo tutto, in nome di un amore infinito per Lui e per il bene delle persone che amava e che sapeva in difficoltà. La malattia ci ha avvicinato moltissimo, ricordo i nostri incontri, le conversazioni, i messaggi, gli sguardi e le lacrime versate insieme, come momenti privilegiati e preziosi, oserei dire quasi “sacri”; sacri perché l’amore era più grande del dolore, del tempo, dello spazio, del corpo.
Valeria è stata un essere di luce, come dice l’apostolo Giovanni “viveva nel mondo, ma non era del mondo”. E’ stata un esempio per tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerla, ma continuerà a vivere al di là di noi, perché l’amore che ci ha lasciato continuerà a vivere come una fiamma sempre accesa che spinge più avanti, più in alto, con lo sguardo puntato sulla croce con la certezza che l’amore vince tutto, anche la morte.
Grazie Valeria!
Annamaria Parola
Penso alle parole del Cantico dei Cantici: "vieni amica mía, mia bella, vieni, l'inverno è passato". Ci stringiamo ora alla sua famiglia e al suo immenso dolore. Anch'io sono testimone della straordinaria fede di Valeria.
Mi commuove pensare alle risposte ai miei messaggi dove sembrava piú preoccupata delle sofferenze del popolo del Venezuela e delle difficoltà che io potevo incontrare che non della sua salute. Quante volte mi ha scritto: "Aldo offro per te". Quanti frutti ha generato questo! Sono infinitamente riconoscente a Valeria. Abbraccio.
Don Aldo Giordano
Nunzio Apostolico i Venezuela
Ho conosciuto Valeria circa 25 anni fa e posso dire di averla sempre vista con il sorriso o il riso sulle labbra. Il sorriso di chi è sereno dentro, nonostante le fatiche, il sorriso di chi è capace di tradurre la Parola del Cristo in vita vissuta, spesa prima di tutto al servizio degli altri.
Nel momento della croce ho toccato con mano la sua tenacia nel sostenerla, con una forza e una determinazione che poco avevano di “umano”: potevano venirle soltanto da Dio.
Spesso mi capitava di osservarla, quando al termine della Messa quotidiana, si accostava alla Comunione: alta, bella, elegante, sguardo fiero, schiena dritta.
Così si presentava davanti al Signore, “profumata e pulita in volto” . Mi faceva pensare al brano di Matteo: “ E quando digiunate, non assumete aria malinconica come gli ipocriti, che si sfigurano la faccia per far vedere agli uomini che digiunano. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu invece, quando digiuni, profumati la testa e lavati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo tuo Padre che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” (Mt6, 16-18)
Terminata poi la Messa, sul sagrato della chiesa ci si fermava spesso a chiacchierare e anche lì quasi sempre all’insegna del buon umore, nonostante che il cuore fosse pieno di preoccupazioni! Ci divertivamo anche a giocare con il Signore, a rimproverarlo con la confidenza e l’affetto che si prova per un Padre di famiglia: “Vabbè che tu Signore possiedi le tue vie, ma possibile che debbano così spesso andare in una direzione che non ci piace?!” oppure “Il Signore distribuisce le croci a seconda delle spalle che si hanno per poterle sostenere, ma ti pare che noi abbiamo spalle così muscolose?!” o ancora: “Ma, dì la verità, se tu fossi stato un operaio della prima ora, lì a faticare fin dal mattino, non ti saresti un po’ scocciato pure tu per la paga del padrone?!”
E via così… e lei rideva, rideva con la sua risata cristallina che non dimenticherò mai! La risata di chi conserva la pace dentro. E poi, quasi per caso, venivo a sapere che poco prima della Messa era stata in ospedale per una seduta di chemioterapia, un’ ennesima seduta di chemioterapia!
Il dolore interiore ed anche fisico non le ha mai permesso di isolarsi.
Leggeva, si informava, si incuriosiva per ogni novità, coltivava un sacco di interessi. Si documentava moltissimo anche sulle cure possibili alla sua malattia, ecco perché la morte ci ha messo ben 14 anni ad averla vinta sul suo corpo.
Ma se combatteva così strenuamente non lo faceva soltanto per se stessa, lo faceva soprattutto per la sua famiglia, che ha sempre coltivato come un giardino meraviglioso, meritevole delle cure più premurose.
Lei sapeva che avrebbe seguito anche dal cielo Anna ed Elena, ma era altrettanto conscia che a loro sarebbe mancata quella “parte fisica” della mamma, di cui ogni figlio ha bisogno, almeno sino ad una certa età. Ma così è la vita. “Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie, oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.”(Is 55,8-9)
Mi sento di dire, ad Anna e Elena, quello che ovviamente già sanno, che la loro mamma le ama moltissimo, che se avesse potuto scegliere, non le avrebbe mai lasciate così presto, anche se le ha affidate ad una grande famiglia accogliente, a cominciare dal loro papà che le ama con tutto il cuore.
Ho anche la certezza assoluta che la mamma desidera per loro ogni bene, e solo quello.
Care Anna e Elena, mamma non aspira al fatto che da grande dobbiate somigliare a lei a tutti i costi. Nella sua umiltà, non è mai stato questo il suo primo pensiero.
Mamma desidera semplicemente che scopriate quale progetto di vita Dio ha predisposto per ognuna di voi e che quello voi assecondiate, perché solo così si diventa felici nella vita. E la mamma vi VUOLE prima di tutto FELICI.
L’età dell’adolescenza è proprio quella in cui maggiormente si cerca questo progetto. Con la preghiera, frequentando buoni maestri e, soprattutto, con l’aiuto dei genitori, e voi ne avete uno, Angelo in cielo e uno qui sulla terra, quindi sicuramente lo troverete.
Non abbiate paura dei momenti di tristezza, bisogna metterli in conto, almeno per un pò. Parlatele, e lei in qualche modo vi risponderà.
Ora mi permetto di donarvi una poesia che io amo molto:
appartiene ad un ragazzo ebreo ed è stata trovata scritta su di un muro del ghetto di Varsavia nel 1941
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento:
a che serve essere tristi, a che serve?
Perché soffia un vento cattivo?
Perché dovrei dolermi oggi, del domani?
Forse il domani è buono, forse il domani è chiaro.
Forse domani splenderà ancora il sole
E non vi sarà ragione di tristezza.
Da domani sarò triste, da domani.
Ma oggi sarò contento
E ad ogni amaro giorno dirò:
da domani sarò triste.
Oggi no.
Maria Teresa Mancinelli
Carissime Anna, Elena, Federico, tutti…
Ho riletto tutti i messaggi che la mia amica Valeria mi ha scritto: ogni sua parola trasmetteva una grande forza, una grande fede, una vera speranza, un cuore grandissimo. Ho ringraziato Dio per aver avuto il dono di condividere con lei un tratto di vita bellissimo e di aver imparato da lei cosa vuol dire dedizione, passione, ideali grandi.
Ho conosciuto in lei una grande donna, una grande mamma, una grande cristiana, una grande professionista.
Una grande donna: sempre molto elegante e sempre molto semplice, capace di attenzione ai dettagli, capace di ascolto come nessuno, delicata e determinata, capace di sorridere pur nelle lacrime. Il suo viso risplendeva di bellezza, profondissima e leggerissima, capace di mettere a proprio agio, capace di una accoglienza speciale, tutta femminile, sicura di sé ed estremamente umile.
Una grande mamma: con Federico due genitori unici! Sempre in ricerca desiderosi di dare il meglio di sé e di aiutare Anna ed Elena ad esprimere il capolavoro che è in loro. Una mamma con le idee sempre molto chiare e nello stesso tempo con il gusto del confronto e l’umiltà del chiedere consiglio, capace di dosare con saggezza libertà e accompagnamento, aiuto e autonomia. Capace di sottolineare il positivo ma anche di correggere con dolcezza non solo le figlie ma anche la scuola, capace di esigere da ciascuno la fedeltà a se stessi e al proprio ruolo.
Una grande cristiana: ogni messaggio su whatsapp parla di preghiera di cielo, di Dio. Nel suo profilo Mafalda dice A testa alta “sempre” che se anche va tutto da schifo almeno vedi il cielo. Una fede molto vera concreta, evangelica. La sua appartenenza al Sermig era importante e sapeva farsene portavoce con convinzione e discrezione. Una chiarezza e consapevolezza del messaggio evangelico molto forti, una grande capacità di riconoscere e vivere i valori importanti, felice di essere credente faceva venire voglia di esserlo come lei.
Una grande professionista: amava il suo lavoro e lo svolgeva con passione, ma per me grande professionista anche come Presidente del Consiglio di Istituto. Animare insieme il caro “Santa Teresa” è stata un’avventura preziosa: una delle cose più belle della mia vita anche per la sua presenza che ha dato grande qualità!
Grazie Valeria. So che sei accanto a Gesù e per questo so e sento che sei accanto a noi. Ad Anna ed Elena, a Federico, alla tua bellissima famiglia. Anche a me
suor Manuela Robazza
Quanta gioia mi ha procurato l’incontro giornaliero con la mia carissima nipote Valeria!
Valeria aveva bisogno di nutrirsi di Gesù tutti i giorni perché lei prendeva di lì la forza per vivere con fiducioso abbandono le grandi prove che il Signore le aveva riservato.
Negli ultimi anni della sua vita, nei giorni in cui non non poteva recarsi in chiesa per la messa a causa della malattia, le portavo io la comunione.
In quella mezz’ora pregavamo insieme e parlavamo di cose spirituali e problemi materiali: quanti consigli e insegnamenti mi ha trasmesso e quante esperienze abbiamo condiviso!
Anche nei momenti più tragici lei continuava ad avere e a trasmettere speranza, cercando sempre di cogliere il bello delle persone e delle situazioni che le stavano intorno.
Grazie Gesù per il grande dono di Valeria che dal cielo fa ancora sentire la sua vicinanza e la sua protezione!
Maria Tabasso Corticelli– zia di Valeria
Di Valeria ho tanti ricordi, come si serbano di una persona positiva e salda. Se chiudo gli occhi, i primi particolari che di lei mi sovvengono sono gli occhi ed il sorriso.
E’ proprio con il suo sorriso pacato ed i suoi occhi luminosi che un giorno di qualche anno fa ci siamo incontrate per caso davanti alle “Glicini”. Io arrancavo in salita, accompagnata dal mio cane e con me arrancava la mia anima, fiaccata per aver perso da poco la mia mamma.
Non appena mi ha vista, si è subito interessata a me, con un “come stai” del quale non ho percepito alcuna parola di circostanza, esteriore e vacua, ma grande partecipazione, espressa anche da quegli occhioni, scampolo di Paradiso, che emanavano luce e speranza. Non mi ricordo le parole precise del nostro colloquio, ma il sentimento che mi ha pervaso, al quale ho ripensato tante volte in questi anni. Avevo incontrato chi, in quel momento, era capace di vivere il mio dolore da DENTRO. La sua empatia non ha avuto bisogno di grandi discorsi, ma mi è stata di conforto, di balsamo, per mitigare quel senso di solitudine che mi stava attanagliando.
Non gliel’ho mai confessato, non l’ho mai ringraziata apertamente, ma la mia gratitudine si è trasformata in preghiera costante per lei e per i suoi cari in tutti questi anni.
La mia preghiera continua, per i suoi cari e per lei, che mi immagino tra le braccia del Nostro Padre Buono mentre gli parla dei suoi cari, di tutte le belle persone che ha incontrato sul suo cammino, in attesa della grande festa TUTTI INSIEME.
Arrivederci, cara Valeria!
Un abbraccio forte a tutta la sua bella famiglia.
Emanuela Bocca
Non è la prima volta che mi interrogo sul perché, almeno nella mia esperienza personale, le persone che vengono a mancare precocemente sono sempre quelle speciali, come sei stata tu, Valeria. La spiegazione che mi sono data in maniera un po’ infantile è che Dio li chiama a sé perché hanno già fatto tanto su questa terra ed ora il vuole vicino a Lui. La verità è che la morte è uno dei grandi misteri che anche chi ha Fede fatica a capire.
Per tante ragioni le nostre strade non si erano più incontrate da un po’ di tempo, ma i ricordi di te sono stati sempre vivi. Ricordo quando eri la catechista del mio gruppo insieme a mia mamma, sempre sorridente, anche quando i bambini più terribili ti tiravano i pizzicotti nelle gambe. Ricordo quando mi preparavi in matematica per l’esame di Maturità e dicevi a mia mamma che no, non avevo assolutamente bisogno di ripetizioni, ma io ti volevo con me perché mi davi sicurezza. Ricordo quando tu e Silvia ci raccontavate della vostra esperienza alla Turris Eburnea e ci davate consigli sul rapporto con i ragazzi. E ancora, quando diversi anni fa è nata Giulia, la mia prima bambina, le avevi regalato un vestitino bellissimo che ancora conservo. Il tuo sorriso, i tuoi occhi azzurrissimi con una punta di viola, la tua voce squillante, tutto di te infondeva nelle persone un senso di calma, tranquillità, sicurezza. E’ questo il ricordo che voglio conservare nel mio cuore e spero davvero che il tuo esempio illumini la mia strada.
Non mi resta che dirti “addio”, Valeria, e “buon viaggio”. Ti voglio bene.
Lia Maglione
Ciao Silvia. Sono giorni che il mio pensiero è per Valeria da quando ho saputo che era in ospedale. Non esistono parole , per me tu e lei siete un binomio indissolubile. Vi ricordo insieme da sempre è così sarà per sempre. Anche io ho due sorelle, ma con una, in particolare, ho un legame speciale. A settembre ho visto Valeria radiosa all’uscita da l supermercato con il marito, volevo darle un bacio, ma mi ha fermata. In quel momento ho capito che non aveva ancora sconfitto il mostro.
Però, Valeria è stata tostissima, ha combattuto mettendocela tutta. In questi momenti la mia fede traballa come quando mio papa improvvisamente è partito a 55 anni. Ecco , ciò che mi conforta, se così si può dire, è il fatto che lei è una donna di grandissima fede e sono sicura che questo farà la differenza. Vi abbraccio forte, vorrei poter colmare in parte il vostro dolore insanabile. Tua sorella nella sua breve vita è stata un modello per tutti noi e io non la dimenticherò mai un bacio.
Chiara Garrone
Se Valeria avesse potuto scegliere è ovvio che avrebbe scelto la salute. Ma è innegabile che ha affrontato la sua malattia scegliendo di vivere al 100% e scegliendo di dare il più possibile dela sua vita stessa agli altri. A qualsiasi "altro". Perché il mondo intero era nei suoi pensieri. Io l'ho conosciuta fina da piccola, ma solo da quando ho iniziato a lavorare per EIDOS la nostra relazione si è approfondita.Seppure i nostri incontri e telefonate fossero sempre originate da motivi professionali, finivamo sempre per palare anche di altro, dei bambini, della vita, della situazione sociale del momento. Camminava a testa alta, con un portamento elegante, ed era lei stessa alta, ma a impressionare era la sua statura morale. E, questa dirittura di fondo, la si avvertiva appena la avvicinavi. Come del resto accadeva con tutti i componenti della sua famiglia.Ho conosciuto poche persone impegnate, intelligenti, coerenti con la loro illuminata visione del mondo, anche a scapito del loro stesso interesse. Di sicuro i genitori di Valeria sono stati per lei un esempio. In loro, e in lei in particolare, il concetto di "giustizia" penso fosse profondamente radicato.E la luce interiore traspariva dal suo modo di fare: In questi anni, negli incontri di lavoro, non le ho mai visto nemmeno un accenno di tristezza o sofferenza sul volto.Lei era sempre disponibile, serena, sorridente e attenta anche quando gli inevitabili problemi sul lavoro avrebbero giustificato almeno un pò di fastidio,.Non si metteva mai aldisopra di nessuno, semmai ilsuo era l'atteggiamento della persona "a disposizione".La sua immagine del profilo di Whatsapp nei giorni in cui è partita per il Cielo è una vignetta di Mafalda che dice: A testa alta sempre, anche se va tutto da schifo almeno vedi il Cielo. E questa era lei. Testa alta sì, ma mani in basso, sempre attive, sempre a "fare".Potrei scrivere un libro su Valeria sebbene la conoscessi davvero poco.E non pensavo che mi avrebbe colpito e segnato così tanto la sua fine terrena. Perché ero convinta che stesse bene (non la sentivo da circa un anno avendo smesso le relazioni lavorative con EIDOS). ero convinta che sarebbe sempre stata più forte del male. Sì, era malata, ma si curava e sarebbe giunta a tarda età, perchè lei era speciale, e aveva già superato tante prove, vincendo sempre. Anche io ero convinta che il "miracolo" ci sarebbe stato, che Dio non potesse chiamarla a se prima che il suo compito terreno fosse terminato, con ancora le sue figlie così giovani.Dio Padre non poteva negarle la gioia di vederle adulte, di condividerne le scelte. E invece no.Un semplice messaggio: Valeria è mancata dopo un aggravamento della sua malattia.E tutto va fuori posto.Il lato umano non accetta questo martirio, perchè di martirio si è trattato.14 anni di malattia, finiti con un'agonia penosa e una morte prematura dal punto di vista umano, dal punto di vista del corpo che ci lega alla terra sono un'atrocità impensabile da sopportare. Ma forse in questi 14 anni lei aveva fatto un percorso diverso, che temprandola col fuoco l'ha resa uno specchio lucente. Come la sabbia sotto il cannello incandescente si trasforma in vetro. E la sua eredità è evidente. Valeria non verrà mai dimenticata da nessuno di coloro che hanno incrociato la sua strada. Parlare di santità può sembrare azzardato e prematuro ora che il suo spirito è appena volato in Cielo, ma ecco, Valeria ha incarnato in sè il Magnificat, come donna del sì, e anche il motto di San Domenico Savio:" noi qui facciamo consistere la santità nello stare tutti molto allegri". E sì il sorriso, l'allegria, la capacità di confortare gli altri dimenticando se stessa e i suoi problemi era il suo modo di essere. Fin da piccola e lo ricordo bene, Valeria era felice del solo fatto di esistere.Quindi sì, io mi sento di testimoniare che Valeria Tabasso era ed è santa. Perchè santo è chi cammina alla luce del vangelo ed è di esempio agli altri. La proposta del vangelo al nostro lato umano appare come un abisso. E invece il mondo rovesciato del Vangelo, come una "passaporta magica" riesce a ribaltare l'esistenza di chi riesce davvero a lasciare tutto (tu, rinnega te stesso, prendi la tua croce e seguimi). E chi vive così diventa il salvagente di chi invece nell'abisso dell'esistenza affoga, attaccandosi e dibattendosi inutilmente nella pochezza della nostra natura umana.Chi vive solo una vita materiale vive brevi sprazzi di felicità pagati con ansia, dolore, invidia. E con l'inutile fatica solitaria di chi persegue solo il proprio interesse.Invece la vita di Valeria è stata un inno alla carità reso vivente.Valeria - in tutte le nostre occasioni di incontro in questi anni - non si è mai lamentata, non ha mai dato colpe, non ha mai inveito conto il destino.Quando doveva sposarsi insieme al suo fidanzato ha fatto il corso di preparazione, ha stabilito una lista di offerte per il Sermig e quando le chiedevo a che punto fossero i preparativi mi ha detto ridendo: le cose importanti sono fatte ora pensiamo alle stupidaggini, come vestito e ristorante.Quando è nata sua figlia Anna ho ricevuto il messaggio. Ero al mare, nel parco di Portofino, sulle colline, nella pineta che guarda il mare.I cellulari erano ancora limitatissimi.I giorni del male erano ancora lontani da lei e lei al telefono era felicità allo stato puro.Ricordo che le ho augurato ogni bene ed ho pregato per la bimba nella chiesa di san Rocco.Quando è stato costruito il nuovo stabilimento EIDOS, una struttura avvenieristica e con dotazioni pionieristiche in tema di sostenibilità ambientale, lei insisteva per avere mensa e asilo nido, aveva grandi progetti, sentiva forte e faceva suo il problema delle mamme lavoratrici e l'importanza di lavorare in un bell'ambiente di lavoro.Avrebbe potuto fare carriera con la sua laurea in matematica,ma mi diceva: mi diverto più qui, alla EIDOS con papà e zio che si azzuffano ogni giorno e che ogni giorno insieme trovano soluzioni e sono vulcani di idee! Ed era competente e decisa Valeria nel suo lavoro. Aveva rispetto per tutti, ma sapeva farsi rispettare a sua volta. E il dovere veniva per lei prima di tutto.E penso che, quando ha capito che non avrebbe potuto fare di più per la sua salute, abbia coscientemente, deliberatamente e liberamente dato al suo prossimo tutto ciò che restava del suo tempo.Quando non è più riuscita a fare nulla di pratico e le terapie la indebolivano lei pregava. Ed ha pregato anche per noi, per mio marito che è ormai quasi completamente sordo (le dicevo: non riusciamo più a parlarci e dobbiamo inventarci nuovi modi per comunicare! E lei rispondeva ridendo: la malattia ti rende creativo, anche noi in famiglia ci troviamo a dover cambiare continuamente i piani ed adattarci a lei!). Lei ha pregato. E prega. Anche ora. Lo so, lo sento, perchè la penso e il pensiero di lei mi rende migliore.Valeria ora è spirito puro. Intercede e si adopera perchè sulla Terra un pò più di giustizia sia fatta. A testa alta.E con un gran sorriso.
Chiara de macchi
Valeria, sei stata un’amica speciale. Non dimenticherò la tua vicinanza durante la mia malattia, la forza che mi trasmettevi.... i tuoi messaggi le tue telefonate che casualmente arrivavano poco prima delle mie terapie o poco dopo i controlli...... mi mancherà la tua risata coinvolgente, il tuo sorriso.....sei stata un esempio per tutti, una vera guerriera ora che sei tra le braccia del Signore aiutaci e soprattutto aiuta i tuoi cari ad affrontare questo duro momento.... guidaci .....noi da qui pregheremo per te, nella assoluta certezza che un giorno ci ritroveremo di nuovo in Paradiso. Ciao amica mia riposa in pace.
Enrica Poma
Ciao Silvia. Ho visto il tuo POST su facebook e mi sento di rispondere. Vi mando le mie condoglianze, nell'attesa poi di dare un grosso abbraccio a tutti voi. Per la EIDOS è un giorno tristissimo. Sai quante volte, in questi mesi abbiamo parlato di Valeria, sperato, cercato di pregare perchè ce la facesse. A volte le idee del Signore sono così difficili da capire, ma noi siamo umani e non possiamo arrivare a capire il volere di DIO. Lunedì mattina saremo tutti lì con voi, per salutare Valeria per la ultima volta, ma nei nostri cuori, ci resterà per sempre. UN abbraccio.
DINO GIACOMELLI
Cara Zia,
Ho raccolto di seguito qualche mio pensiero su Valeria. Ti confesso che non è stato facile perché la sua ricchezza umana e spirituali erano tali da non poter essere ridotte in un breve scritto.
* * *
Ho trascorso un bellissimo fine settimana a Firenze con Carla. Il momento più bello è stato la Santa Messa Capitolare in Santa Maria del Fiore.
Ho sentito profondamente come la Bellezza ci avvicini a Dio. Nella Firenze Rinascimentale era ben presente a tutti l’Uomo come Immagine di Dio, l’accostarsi a Dio con un'immagine prodotta dall’Uomo, la Bellezza che va al cuore della relazione tra Dio e l’Uomo. La fusione perfetta dell’Arte Classica e del Cristianesimo trova il proprio fondamento nelle proporzioni e nelle regole matematiche che sono le regole di Dio.
Di tutto questo c’era moltissimo in Valeria. Rileggendo, con commozione e nostalgia immensa, i suoi messaggi whatsapp non vedo parole ma i suoi occhi azzurri e il suo sguardo benigno e sorridente.
Valeria è stata per me l’immagine della Santità a cui tutti noi siamo chiamati e a cui lei rispondeva ogni giorno. Non ho trovato un suo solo messaggio negativo, che fosse meno che di gioia, speranza, gratitudine verso Dio e verso gli uomini.
Alla chiamata alla Santità Valeria rispondeva in modo quotidiano, fino da quando eravamo bambini. Mentre noi cugini maschi, Alessandro e io in particolare, violavamo qualsiasi regola, scommettevamo con i pericoli tipici dei bambini di città che scherzavano col fuoco una volta lasciati allo stato brado in campagna, Valeria ci osservava e la sua capacità di esprimere le sue perplessità sorridendo valeva cento volte più dei richiami dei nonni. E così è stato anche durante l’adolescenza quando i rischi non erano più legati agli elementi naturali ma ai motori a scoppio e all’attrazione per il gentil sesso. Il suo sguardo sorridente, comprensivo ma genuinamente preoccupato aveva la capacità di provocare in noi senso di responsabilità e desiderio di miglioramento. Non riesco a pensare a un metodo educativo più efficace di quello che Valeria esercitava su di noi: il sorriso, la comprensione uniti alla raccomandazione che forse la prossima volta sarebbe stato meglio evitare. Errare humanum est, perseverare autem…
A volte penso a me e Valeria come al sole e alla Luna. Io con le mie ferite e le mie insicurezze mascherate da una voglia spavalda e rodomontiana di fargliela vedere a tutti - Valeria, invece, buona e forte, esempio di forza, bontà e volontà.
Uno dei tratti che più distinguevano Valeria era proprio la sua capacità di coniugare Forza e Femminilità. La sua vita ne era continua testimonianza. È deprimente constatare come gli attuali stereotipi coniughino la femminilità con la debolezza, la superficialità, a volte il vizio. Valeria era esempio vivente del contrario: la Femminilità è Forza, Esempio e Guida Paziente. E tutte queste virtù cristiane Valeria le racchiudeva nei suoi occhi sorridenti, un pezzetto di cielo in terra.
Lorenzo Parola
Valeria cara, eccomi, sono Sabry...No, non sono in bici come eri solita a domandarmi, ma son qui a pensarti dopo essere venuta a trovarti questa mattina nel luogo dove hai vissuto e combattuto le tue ultime settimane, con Amore, forza, gioia, in una continua, incessante offerta al Cielo e a Dio, in una fonte di Amore, la tua, a beneficio del prossimo: con Amore. Sono arrivata nel silenzio del mattino presto, nel silenzio della domenica nuvolosa, mentre il sole faceva capolino sulle montagne poco distanti, colorando di rosa cielo, neve e te, naturalmente. Sono arrivata nel silenzio del mattino presto per ascoltare quel "rumore" che in pochi ascoltano, dei chilometri percorsi in auto, fra speranze, fatiche, strazi interiori infiniti ed estremi tuoi e dei tuoi cari. Sono arrivata nel silenzio del mattino per "assorbire" un poco il tuo dolore e farlo mio, anche se ora è "evaporato" al Cielo, distrutto da Dio, polverizzato ed impreziosito eternamente da Lui e dalla Sua Grazia. Sono arrivata al mattino per inchinarmi a te, al tuo insegnamento, al tuo monito per ogni mia parola di lamento o scontentezza.....Ti ricordi del nostro "patto d'amicizia" insieme?...Durante i miei allenamenti, ho scoperto un giro punteggiato da piloni votivi, presso cui ho pregato per te.....io mettevo il mio corpo per te e tu hai rifinito la preghiera per me....anima e corpo, insieme, abbiamo creato un tandem a distanza.......Adesso mi ritrovo a pedalare da sola, tornando ai piloni, ma come mi hai insegnato, parleremo con un nuovo linguaggio, con una Comunione Spirituale senza limiti, senza barriere, immersa nell' Amore e per l'Eternità. Ogni rosa che curerò e che vedrò sarà in memoria di te. Non sono degna di domandarti delle Grazie, io che non sopporto neanche un raffreddore, ma ti domando di non abbandonarmi spiritualmente ora che mi hai lasciata sola, sorella maggiore acquisita, e il mio tandem è diventato di nuovo una bicicletta che devo pedalare da sola senza di te. Salutami Gesù e portagli il mio Grazie.
Sabry Chiri
Carissima Valeria,
sono anni che non ci vediamo... dai tempi dell'università ne è passato di tempo, poi pian piano ci siamo perse di vista... Ognuna ha preso la sua strada e i rapporti si sono diradati...
Ma dai primi giorni del primo anno, lì sui banchi di Palazzo Campana, mi hai colpita subito... per la persona speciale che eri e per le affinità che pian piano abbiamo scoperto...
E con gli amici dell'università... quante esperienze insieme, quante serate divertenti e quante ansie, ripassi, corse in vista degli esami....
Mi vengono in mente le cose più stupide, ma mi fanno sorridere, perché mi riportano alla mente il tuo modo leggero, semplice e diretto di affrontare la cose...
Eravamo insieme quando ti sei presentata all'orale del primo esame, Analisi I, e quando toccava quasi a te, ti sei accorta di non aver portato il libretto e insieme siamo corse a casa tua a prenderlo...
O quando ti prendevamo in giro per il tuo modo di guidare, completamente indifferente all'esistenza del codice della strada: si diceva che fossi l'unica che per scelta era andata a scuola guida a Cuneo, pur non abitandoci....
E quindi ci affidavamo a te per le uscite in centro, perché eri l'unica a trovare sempre parcheggio, anche se in modo non del tutto ortodosso... Ricordo ancora la volta in cui sei andata a denunciare il furto dell'auto lasciata in piazza Carlina e ti hanno pazientemente spiegato che - avendola parcheggiata sui binari del tram - erano stati i vigili a rimuoverla...
O quella volta in cui, ad un automobilista inferocito perché stavi percorrendo una via contromano, hai risposto candidamente "Ma io volevo solo parcheggiare..." lasciandolo del tutto senza parole!
O quando, in auto con te, ho cercato di convincerti che non fosse il caso di girare a sinistra in via Cernaia, con cartello di divieto e davanti alla caserma dei carabinieri... e tu, stupita, completando ugualmente la manovra: "Perché? Non c'è mica un muro..."
Piccoli stupidi episodi, ma che mi fanno ricordare com'eri: sempre serena, sempre te stessa, senza paura di ciò che gli altri pensavano di te...
E proprio questo tuo modo diretto di affrontare ogni discorso ci ha portate a condividere qualcosa sulla nostra fede e le nostre scelte di vita... Tutte e due in ricerca, anche se tu sei sempre stata molto più determinata e sicura...
E sei stata tu a portarmi al Sermig, alla Turris Eburnea... e a farmi conoscere tante persone "forti"...
E insieme siamo entrate nel Gruppo Semplice, per mettere un po' del nostro impegno anche nella politica dell'Università, tu in Consiglio di Facoltà e io in Consiglio di Corso di Laurea...
E ricordo ancora un episodio, scolpito nel mio cuore: quando al secondo anno ti sei imbucata ad una festa in cui non conoscevi nessuno, sull'onda di Patrizia, che invece era invitata, e hai trascinato anche me a casa di Enrico, per me perfetto sconosciuto, ma da allora diventato un amico carissimo, con cui ho condiviso tanti momenti importanti della mia vita...
Un ultimo pensiero per ricordare qualcosa che ti ho sempre invidiato: la capacità di incontrare le persone, accogliendole per quello che sono, senza sentirti giudicata, senza giudicare, continuando ad essere te stessa al 100 %, ponendoti al loro fianco per camminare insieme...
Forse è solo una raccolta un po' confusa di ricordi e di pensieri...
Ma sarai viva per sempre nel mio cuore!
Con affetto,
Elena Ruga
Ripensando agli anni dell'università, ricordo Valeria per il sorriso solare, per la sua risata fragorosa e inconfondibile nei corridoi di Palazzo Campana, per la sua altezza e bella presenza, che non passava inosservata.
Insieme a Francesca e Silvia e altri avevamo creato un gruppo di studenti "Gruppo Semplice" che ha portato avanti iniziative a favore degli studenti della facoltà. Anche Valeria si è coinvolta e, come testimoniano i volantini, al tempo manoscritti, si è candidata negli organi di rappresentanza per gli studenti.
Ricordo in particolare un confronto avuto con lei circa la posizione dei cristiani in politica e, anche se avevamo idee differenti per la nostra storia ed esperienza di giovani, ricordo un confronto autentico. L'impegno concreto di entrambe è andato al di là delle idee e ci ha trovato concordi.
Con affetto
Sara
Proseguendo il ricordo di Sara, vogliamo condividere un altro piccolo pezzo della storia di Valeria, subito dopo essersi laureata. Riguarda alcuni mesi che abbiamo vissuto accanto a lei. Mesi fatti di giornate di studio intenso, viaggi e nuove conoscenze. Quando la tesi di laurea è un’esperienza nuova e appassionante, una finestra sul mondo della ricerca, è naturale avere la voglia di studiare ancora un po’. E così Valeria ci disse di voler tentare di fare il dottorato in Matematica e incoraggiò anche noi a tentare quella strada. Così nell’estate del 1995 ci recammo insieme a Perugia, dove si svolgevano i corsi estivi della SMI (Scuola Matematica Interuniversitaria). Fu un mese molto impegnativo. L’alloggio presso la residenza universitaria era piuttosto squallido e sporco. Valeria, abituata ad essere contornata da cose belle, era inizialmente a disagio. Ma riuscimmo a mettere la situazione sul ridere e fu l’occasione di confrontare le nostre abitudini diverse. Un’altra causa di disagio era la consapevolezza del fatto che la nostra preparazione era scarsa. Così ci buttammo in uno studio senza sosta. Valeria, con più equilibrio, si concedeva qualche uscita in più di noi.
Dopo l’estate, iniziammo il tour per partecipare ai concorsi di dottorato. Furono giorni di sveglie all’alba, treni, notti passate in case di amici e parenti, ostelli. Eravamo accompagnate da un senso inadeguatezza di fronte alla vastità della Matematica, e affrontavamo i concorsi come una sorta di lotta contro i nostri limiti. Per fortuna ci tenevamo compagnia, ci prendevamo in giro, ci incoraggiavamo a vicenda, cercavamo di godere delle piccole cose: qualcosa di buono da mangiare, un raggio di sole attraverso i finestrini del treno, la vista di una torre o di una bella chiesa, le chiacchere con gli studenti di altre università. In continuazione ci chiedevamo chi saremmo diventate. Oggi capiamo che anche in questo Valeria era più equilibrata di noi: il suo inesauribile ottimismo le diceva che fallire ad un concorso significava che altre strade si sarebbero aperte. E infatti così è stato.
Francesca e Silvia
Ieri mattina, ero in parrocchia, Santa Lucia, incominciavano a scendere dei fiocchi di neve e pensavo a Valeria...poco dopo è arrivata la notizia...il mio pensiero è andato alle sue speciali fanciulle e a tutti voi, ma il mio spirito ha h avuto un sollievo lieve pensando che finalmente fosse libera e gioiosa tra i Santi di Dio.
Per me è stata una compagna di avventure e di oratorio da ragazzina, un’amica, una compagna di “avventure” da adulta.
Nel nostro cammino è stata esempio e aiuto, ci ha accompagnato sempre con il sorriso e la preghiera e sono sicura che ora avremo tutti una vigile sorridente delicatissima guida dal cielo...❄️
Un pensiero e una preghiera speciale per tutti voi!
Daniela Masino
Con Valeria Dio Padre era stato generoso di doni. Aveva un’armonia innata che traspariva da ogni suo tratto. Era aggraziata ma manteneva modestia e sobrietà, intelligente e capace, sensibile, generosa, appassionata del bene e molto altro. Tutto era unificato dal desiderio grande di realizzare la sua vita nell’amore ma non solo secondo il suo sentire umano. Cercava la via per realizzare il piano di Dio su di lei. In mezzo a noi trovava tante proposte stimolanti e diverse tra loro. Lei le accoglieva tutte con entusiasmo e si metteva in gioco ma in realtà cercava la chiamata speciale attorno a cui coagulare tutte le sue energie di bene. Cercava dove dirigere il suo amore in una sinergia profonda con il Signore, ascoltando risuonare in lei la Parola di Dio, confrontandosi con chi aveva vicino, convinta com’era che solo con il Signore avrebbe davvero realizzato se stessa e messo a frutto i doni che il Signore le aveva fatto. Era aperta a ogni chiamata, disponibile nel cuore e nella concretezza quotidiana. Noi, tra un servizio e l’altro, raccoglievamo questa sua ricerca profonda, i suoi dubbi, le sue speranze, le lacrime e le decisioni. Ed eravamo spettatori dell’opera che il Padre stava realizzando in lei e con lei. Mi rendo conto che accompagnarla è stato un privilegio di cui posso solo ringraziare. Il Signore e Valeria. Entrambi ci hanno dato fiducia.
Rosanna Tabasso
La ricordo con tanto affetto per la persona dolce e squisita che é stata, oltre che per la gentilezza, l'amicizia è tutto il bene che ha fatto per gli altri. Sono certo che il Signore le ha già riservato un posto speciale in paradiso. Sarà per sempre sicuramente nei nostri cuori e la ricorderemo anche con la preghiera. Condoglianze a Te e tutti i Vs cari.
Filippo Barral
Appena l’ho saputo ho guardato fuori: un leggero manto di neve ricopriva ogni cosa. Ho alzato gli occhi al cielo: il sole mi abbagliva.
Mi hai ricordato com’è la vita e come bisogna viverla: con leggerezza, grazia e bontà perchè ciò che rimane di noi è il bene che facciamo, e tu Valeria, ne hai fatto tanto. Ci siamo volute bene e lo porterò sempre nel mio cuore come un grande dono.
Gianna Guala
Pensando a Valeria, ora una Stella nel cielo.
Poesia di Birago Diop, Poeta africano, “souffles” 1947
I MORTI NON SONO MORTI
Ascolta più spesso le cose
Che gli Esseri.
La voce del Fuoco s’intende,
Ascolta la voce dell’Acqua.
Ascolta nel Vento
Il Cespuglio in singhiozzi:
E’ il respiro degli Antenati.
Quelli che sono morti non sono mai partiti.
Sono nell’Ombra che si dirada
E nell’Ombra che si ispessisce.
I Morti non sono sotto la Terra:
Sono nell’Albero che freme,
Sono nel Bosco che geme,
Sono nell’Acqua che scorre,
Sono nell’Acqua che dorme,
Sono nella Capanna, sono in mezzo alla Folla:
I Morti non sono Morti
Valeria, sarai sempre con noi, basterà guardare le Stelle nel cielo,
e Ti vedremo
A. Portalupi
Ci avevo pensato, questa mattina, se venire a Pino o no. Mi sono detta: “Mah, solo ad andare sono 2 ore, magari dico una bella preghiera nella mia parrocchia…”
E poi come sempre il Signore ti sorprende. Ti offre dei regali insperati, ti fa ricredere e ri-centrare.
La cerimonia per Valeria è stata incredibile.
Incredibile come un momento di tale tristezza e dolore possa trasformarsi in una dichiarazione di speranza, di forza, di infinito amore e anche di gioia (che belli e perfetti i canti che avete scelto!).
Incredibile il numero di persone che affollavano la chiesa, giovani e meno giovani.
Incredibili le tantissime dichiarazioni di amicizia, affetto, stima, gratitudine.
Incredibile la Fede che si sentiva tangibile: nell’esempio di Valeria, nella sua forza, nella sua allegria, nella sua determinazione, nella sua attenzione e impegno verso gli altri e nel suo estremo desiderio di vita. E in tutti voi che le siete stati sempre vicini con enorme amore e tenerezza...
Che dono averla avuta con voi… Che esempio per tutti gli altri…
Io non la conoscevo, ma a giudicare da ciò che ho visto oggi deve essere stata una persona davvero speciale.
E se qui sulla terra è stata così speciale, è certo che lassù lo sarà ancora di più. Se lo è conquistato e meritato.
Vi abbraccio forte, con molto affetto
Veronica Buzzi